Questo simpatico gioco è una garanzia di
divertimento e apprendimento!
L’ho trovato in rete e l’ho subito proposto
ai bambini. Ci abbiamo giocato molte volte nel corso del secondo quadrimestre:
a volte l’ho inserito nelle attività a rotazione del laboratorio, altre volte nei
momenti liberi o quando mancava poco al termine della lezione.
E’ un solitario, ma il divertimento aumenta
se ci si sfida uno contro l’altro! Servono le carte del mazzo di “Scala 40” (ma
noi abbiamo usato anche le carte trevisane!). Il primo passo è stato prendere
confidenza con le carte e quindi, dopo averle disposte sul tavolone, i bambini
le hanno classificate per colore e per seme. Chi le conosceva già ha spiegato
ai compagni il valore delle figure e … proprio quando le avevano capite … le abbiamo
scartate perché in questo gioco non servono! 😂 😂😂
I bambini hanno portato da casa i mazzi di
carte ed è stato interessante anche confrontarli e scoprire le differenze tra
mazzi di provenienza diversa (avevamo anche un mazzo argentino!)
Oggi eravamo dispari quindi a turno
qualcuno ha sfidato anche la maestra!!!
Le regole sono semplici: si posizionano sul tabellone 4 carte e ci si sfida a formare le coppie del 10. Ogni coppia formata va accantonata e vale un punto.
Alla fine rimangono sul tabellone alcune
carte che non si riesce più a utilizzare, così si contano i punti e chi ne ha
fatti di più vince la partita.
Dopo molte partite, alcuni alunni si sono
lamentati perché avevano trovato anche altri modi di fare 10 usando 3 o 4 carte
… così ho dovuto cedere e accettare anche le altre combinazioni!
I bambini si sono accorti subito che è sia
un gioco di bravura che di fortuna!
E’ stato molto bello vederli concentrati,
interessati e pieni di entusiasmo. Spesso è successo anche che l’agonismo
passasse in secondo piano: vedendo il compagno in difficoltà i suggerimenti si
sprecavano, a danno della propria vittoria personale!
Con questo gioco i bambini diventano abili
e veloci nel calcolo orale entro il 10 e si allenano a riconoscere le coppie
dei numeri amici a colpo d’occhio: più si gioca e più i processi di calcolo si consolidano!
Molti bambini contano ancora con le dita, soprattutto nel processo di verifica: aiutarsi a contare con la mano non è sbagliato e ho sempre incoraggiato l’uso delle mani perché, come le moderne neuroscienze dimostrano (Brian Butterworth - professore universitario di neuropsicologia cognitiva a Londra) il nostro cervello anche in età adulta continua a contare con le dita: quando eseguiamo dei calcoli nella nostra testa, si attiva proprio quell’area che corrisponde alla rappresentazione della mano. Quindi, anche se non utilizziamo più fisicamente le dita, il cervello in un certo senso insiste a farlo.
Buon
gioco a tutti! 😎😎😎
Se mi fosse stata insegnata la matematica così ai tempi in cui ho fatto le elementari forse oggi non mi sentirei una capra in materia!!! Blocco mentale che non sono MAI riuscita a superare ��
RispondiEliminaComplimenti vivissimi per questa bella attività ������