La scienza attraverso l'esperienza


Venerdì 11 aprile ho partecipato al corso d'aggiornamento "La scienza attraverso l'esperienza" di Cristina Sperlari, offerto dalla casa editrice Eli. E' sempre un mix di emozioni ascoltarla durante i suoi eventi: c'è sempre da imparare qualcosa, oltre alla possibilità di ripassare qualcos'altro e osservare nuove piste e nuovi percorsi che accendono lampadine e idee interessanti. Sono state due ore intense - di venerdì pomeriggio - con la fatica delle settimana sulle spalle, eppure non me ne sono accorta perché Cristina quando parla ha la capacità di incantare e catturare l'attenzione. 

Il post di oggi vuole essere solo un riassunto di indicazioni operative inerenti la didattica delle scienze, un ripasso insomma. Il corso mi ha confermato le idee operative che avevo e che già mettevo in pratica. Inizialmente ho scritto questi appunti solo a mio uso e consumo ma poi ho pensato di condividerli con voi, sperando di essere utile a qualcun altro (anche se non posso neanche lontanamente sostituirmi alla dialettica e all'entusiasmo di Cristina).



🔍 Andare in situazione

Partire da un contesto reale, concreto, vicino ai bambini. Non si tratta di spiegare la teoria e poi cercare un'applicazione, ma di partire proprio da un’esperienza vissuta, un “problema” osservato o una situazione particolare. Ad esempio: se dopo la pioggia troviamo le pozzanghere nel cortile, possiamo chiederci “che fine fa l’acqua?” e iniziare un percorso sull’evaporazione o sul tipo di terreno più o meno argilloso, più o meno drenante. Osservando dei bruchi sulle foglie possiamo studiare il loro ciclo vitale e scoprire la metamorfosi. E così via ... 


🔍 Usare piccoli strumenti

La scienza si può fare anche con materiali semplicissimi: lente d’ingrandimento, contagocce, bastoncini, contenitori riciclati … L’idea è che i bambini possano manipolare, osservare, sperimentare senza sentirsi limitati dalla mancanza di attrezzature tecniche sofisticate. 


🔍 Partire da piccole esperienze apparentemente banali ma significative

Osservare come scioglie il ghiaccio, come cambia il colore delle foglie in autunno, come l’aria muove una piuma: tutto può essere punto di partenza. Ciò che a noi adulti può sembrare ovvio, per i bambini è fonte di scoperta. Dopo l’esperienza, è importante aiutare i bambini a “trovare le parole” per esprimere quello che hanno osservato, vissuto e capito. È il momento in cui le scoperte prendono forma e si trasformano in conoscenza!


🔍 Raccogliere le domande spontanee e non fornire nell’immediato le risposte

Questo è fondamentale! Quando un bambino chiede “perché l’acqua bolle?” invece di rispondere subito possiamo rilanciare: “Cosa ne pensi tu? Cosa possiamo fare per scoprirlo?”. Così facendo stimoliamo il pensiero, la formulazione di ipotesi e il desiderio di indagare.


🔍 Praticità e non dogmaticità

Evitiamo verità assolute e rigide, lasciamo spazio al dubbio e all’errore. La scienza è un processo, non un pacchetto chiuso di conoscenze. Impariamo - prima di tutto noi stessi - che gli errori sono belli perché aprono la strada a nuove piste e a nuove scoperte!


🔍 Apprendimento per scoperta

È il cuore del metodo: i bambini costruiscono il sapere attraverso l'esplorazione attiva. L’insegnante guida, ma non dà soluzioni preconfezionate. Ad esempio, possiamo far loro costruire un circuito elettrico con una pila, un filo e una lampadina, lasciandoli sperimentare cosa funziona e cosa no.


🔍 Riferimenti costanti e continui alla realtà

Ogni concetto scientifico deve avere un legame con la quotidianità: perché il ghiaccio si scioglie? Perché sudiamo? Perché il pane lievita? La scienza è dappertutto e dobbiamo aiutarli a scoprirla nel mondo che li circonda!


🔍 Approccio esperienziale, laboratoriale e interdisciplinare

Le scienze si fanno “con le mani in pasta”, mescolando anche italiano (scrittura dei protocolli), arte (illustrazioni delle osservazioni), matematica (misurazioni e grafici), geografia (le variazioni di temperatura dipendono anche dall’altitudine) … È un sapere vivo e connesso.


🔍 Meraviglia ed esplorazione                                                             

Coltivare lo stupore è fondamentale: anche da adulti dobbiamo sorprenderci e farci sorprendere con loro. Ad esempio, uno spunto bellissimo può essere osservare al microscopio una goccia d’acqua di stagno: scopriremo un mondo intero nascosto!


🔍 Concettualizzazione

Dopo l’esperienza, è importante aiutare i bambini a “trovare le parole” per esprimere cosa hanno vissuto e cosa hanno capito. È il momento in cui le scoperte prendono forma e si trasformano in conoscenza. Aiutiamoli ad argomentare! 


🔍 Interpretazione e applicazione                                                  

Chiediamoci sempre: “Cosa ci dice questa esperienza?”, “Come possiamo usare ciò che abbiamo capito/scoperto in un’altra situazione?”. È solo così che li aiutiamo a costruire il pensiero scientifico.


🔍 Creatività e progettazione                                                                          

La scienza è anche immaginazione, pensiero divergente, progettazione di nuovi esperimenti o soluzioni. Diamo lo spazio e il tempo ai bambini per creare, ipotizzare, costruire. Un esempio? Progettiamo insieme una trappola per insetti innocua o una mini-serra con materiali di recupero.


Ci sono alcuni pilastri che non dovremmo mai perdere di vista nel nostro approccio all’insegnamento delle scienze, veri punti fermi che orientano il nostro modo di fare scuola. Vediamoli nel dettaglio.


💡 Meraviglia ed esplorazione

La meraviglia è il motore della scoperta. Se i bambini si stupiscono e se fanno domande, allora sono pronti a partire per un viaggio scientifico. Lasciamo spazio a momenti non programmati, a cose che “succedono” in classe e diventano occasione di esplorazione. Vediamo i primi insetti sugli alberi del giardino: da dove arrivano? Perché in inverno non li abbiamo mai visti? Dov'erano? ... Quale miglior spunto per esplorare il mondo che ci circonda?!


💡 Concettualizzazione

Dopo aver esplorato è tempo di raccogliere, mettere ordine e dare un nome a ciò che è emerso. Questo non significa “imparare a memoria la definizione”, ma piuttosto trovare parole condivise, costruite insieme, per nominare i fenomeni osservati. Ad esempio, dopo aver visto come si scioglie il ghiaccio, i bambini possono arrivare da soli a comprendere cos’è la fusione. Il nostro compito sarà aiutarli a concettualizzare qualcosa che hanno scoperto in modo inconscio, con l'osservazione e con gli esperimenti.


💡 Interpretazione e applicazione

La scienza non si ferma all’osservazione, ma chiede di capire e poi agire. Possiamo porre domande stimolo come: “Perché è successo?”, “Cosa succederebbe se cambiassimo qualcosa?”, “Come possiamo usare quello che abbiamo capito?” ... Questo aiuta i bambini a sviluppare un pensiero flessibile e scientifico.


💡 Creatività e progettazione

I bambini sono piccoli scienziati ma anche grandi inventori. Diamo loro occasioni per progettare, costruire, immaginare. Ad esempio, in un percorso sull’aria possono costruire semplici paracadute con fazzoletti, cannucce, fili … e testarne l’efficacia. Un’occasione per riflettere, migliorare e sperimentare ancora.


Questa è una piccola lista di ingredienti imprescindibili per una didattica scientifica viva, autentica e coinvolgente. Più che un “ricettario”, è una mappa per orientarci ogni giorno nel nostro lavoro.


📌 Curiosità

È il primo passo: senza di essa la scienza non parte! Teniamola viva con domande, provocazioni e osservazioni insolite.


📌 Osservazione della realtà

Tutto parte dall’osservazione. Insegniamo ai bambini a “guardare davvero”, a notare i dettagli usando tutti i sensi. Un semplice viaggio in giardino può diventare un laboratorio a cielo aperto!


📌 Flessibilità

Non tutto va come previsto! L’imprevisto è spesso una porta spalancata sull’apprendimento autentico. Essere flessibili ci permette di cogliere l’attimo e trasformarlo in esperienza significativa.


📌 Esperienza

Fare, toccare, provare: l’esperienza è il cuore della scienza: ogni apprendimento parte da lì!


📌 Prime formulazioni

Diamo valore alle parole dei bambini. Anche se non sono “scientificamente corrette”, le loro prime spiegazioni ci mostrano il processo mentale in atto. Aiutiamoli a svilupparle e a precisarle.


📌 Gradualità e non dogmaticità

Accompagnare passo dopo passo: non serve “spiegare tutto subito”, ma lasciare ai bambini il tempo  di costruire concetti con calma, senza dogmi né imposizioni.


📌 Fiducia

Avere fiducia nei bambini, nel loro pensiero, nella loro capacità di scoprire. Credere in loro significa dare spazio e libertà anche all’errore (che fa parte del processo).


📌 Spazi e tempi

Serve tempo per esplorare, riflettere, rielaborare. E servono spazi adatti: non sempre un’aula tradizionale basta. A volte basta cambiare disposizione ai banchi, uscire in cortile, usare il corridoio per un esperimento. Dove c’è curiosità, lo spazio si crea!


📌 Storytelling sugli scienziati

Raccontiamo storie! Di scienziati, scoperte, esperimenti riusciti e falliti. Le storie accendono l’immaginazione e rendono la scienza più vicina e umana. Raccontare di Marie Curie, Galileo o Einstein (magari in forma teatrale o attraverso un albo illustrato) può far nascere grandi ispirazioni.


📌 Interdisciplinarietà

La scienza non è una materia a sé stante. Sta dentro alla matematica, alla lingua, all’arte, alla musica … Un esperimento può diventare racconto, disegno, poesia, calcolo. Lasciamo che le discipline si intreccino.


📌 Casi emblematici

Usiamo esempi forti, esperimenti “wow”, esperienze che lasciano il segno. Non per stupire e basta, ma per creare un ancoraggio emotivo e cognitivo forte. I bambini si ricorderanno sempre del giorno in cui “l’acqua ha camminato da un bicchiere all’altro” con il fenomeno della capillarità!



Conclusione

Come sempre queste indicazioni non vogliono essere “regole” o “ricette”, ma suggestioni operative: un piccolo promemoria per chi si trova a progettare esperienze di scienza nella scuola primaria. La scienza infatti è prima di tutto un modo di guardare il mondo. Se insegniamo ai bambini a guardarlo con meraviglia, rispetto, domande e voglia di capire … beh, abbiamo già fatto un grande lavoro!

Vi lascio alcuni esempi di esperienze fatte con i miei nanetti negli anni che ricalcano proprio queste linee guida didattiche: buone esplorazioni a tutti! 💪💪💪

CLASSE PRIMA: qui - Perché è importante lavarsi le mani?

CLASSE SECONDA: qui - Londra pulcino canterino

CLASSE TERZA: qui - Ingannevoli sensi

CLASSE QUARTA: qui - Foglie e scie di colore

CLASSE QUINTA: qui - Circuiti a Natale


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